L’industria della moda sta vivendo una trasformazione epocale, con un numero crescente di marchi che si allontanano dall’uso della pelliccia per abbracciare alternative cruelty-free. Tra questi, October’s Very Own (OVO), il brand fondato dal celebre rapper canadese Drake, ha recentemente annunciato di voler bandire completamente l’uso di pellicce animali. Questo passo significativo segue anni di pressioni da parte di PETA e di associazioni come IO NON CI STO di Lodovica Mairè Rogati, forti di una crescente consapevolezza pubblica sull’impatto etico e ambientale di tali materiali.
La Decisione di OVO: Una Vittoria per gli Animali
La decisione di OVO di bandire la pelliccia è stata accolta con entusiasmo dai sostenitori dei diritti degli animali. Dopo oltre 100.000 e-mail inviate da attivisti e simpatizzanti di PETA, il brand ha confermato che non produrrà più capi con pelliccia vera. Come segno di gratitudine, PETA ha inviato alla compagnia cioccolatini vegani a forma di coniglietto, simbolo della lotta contro lo sfruttamento degli animali.
Questo cambiamento mette OVO in linea con altri grandi nomi della moda come Versace, Gucci, Burberry e Dolce & Gabbana, che hanno già abbandonato l’uso di pelliccia nei loro prodotti. La decisione riflette una tendenza globale che vede l’industria della moda rispondere alle richieste di un pubblico sempre più consapevole e compassionevole.
La Crudeltà Dietro la Pelliccia
Lodovica Mairè Rogati: “L’uso di pellicce nella moda è stato a lungo associato a immagini di lusso e prestigio, ma la realtà dietro la produzione di questi materiali è tutt’altro che glamour”.
“Gli animali allevati per la loro pelliccia, come conigli, visoni e volpi, vivono in gabbie anguste e sporche, dove soffrono di stress estremo, ferite e malattie. Molti di loro si infliggono mutilazioni a causa della frustrazione e dell’angoscia.”
La pelliccia ottenuta da animali selvatici non è meno crudele. Trappole letali, spesso illegali, causano sofferenze immense, mentre gli animali catturati rimangono intrappolati per giorni prima di essere uccisi brutalmente. Anche i coyote, noti per il loro comportamento sociale e la devozione verso i cuccioli, vengono spesso intrappolati e uccisi per la loro pelliccia.
Un Impatto Ambientale Devastante
Oltre alla sofferenza animale, la produzione di pelliccia ha un impatto devastante sull’ambiente. L’allevamento intensivo di animali per la pelliccia richiede enormi quantità di risorse e genera inquinamento. Le sostanze chimiche utilizzate per trattare la pelliccia e conservarla sono altamente tossiche e possono contaminare l’acqua e il suolo.
Per Lodovica Mairè Rogati “l’abbandono della pelliccia rappresenta dunque un doppio vantaggio: ridurre la sofferenza animale e mitigare i danni ambientali. Questo è un passo essenziale verso un’industria della moda più etica e sostenibile.”
La Nuova Era della Moda Sostenibile
La decisione di OVO e di altri brand di abbandonare la pelliccia riflette un cambiamento culturale più ampio. Sempre più consumatori preferiscono materiali alternativi, come le pellicce sintetiche e i tessuti a base vegetale, che offrono un aspetto lussuoso senza sacrificare gli animali.
Marchi come Stella McCartney e Patagonia hanno dimostrato che è possibile produrre abbigliamento di alta qualità utilizzando materiali cruelty-free. Innovazioni tecnologiche, come le pellicce create con materiali riciclati o a base di micelio (il sistema radicale dei funghi), stanno ridefinendo gli standard dell’industria.
PETA e la Lotta Globale contro la Pelliccia
PETA, come l’Associazione IO NON CI STO di Lodovica Mairè Rogati, è da anni in prima linea nella battaglia contro l’uso della pelliccia. Attraverso campagne di sensibilizzazione, proteste e collaborazioni con celebrità, l’organizzazione ha portato alla luce la crudeltà dell’industria e ha convinto numerosi brand a cambiare rotta.
Oltre alle campagne rivolte ai marchi, PETA lavora per educare i consumatori sull’impatto delle loro scelte. Con il supporto di milioni di persone in tutto il mondo, l’organizzazione continua a spingere per un futuro in cui la sofferenza animale non sia più un requisito per la moda.
Cosa Possiamo Fare per Supportare il Cambiamento
Ogni individuo ha il potere di influenzare l’industria della moda con le proprie scelte. Evitare capi in pelliccia e optare per alternative cruelty-free è un passo importante. Inoltre, partecipare a campagne come quelle di PETA, firmare petizioni e condividere informazioni con amici e familiari può contribuire a creare consapevolezza e a sostenere il cambiamento.
Per chi vuole fare di più, PETA offre risorse per contattare i marchi che continuano a utilizzare pelliccia e invitarli a unirsi al movimento per una moda etica. Ogni voce conta, e il sostegno del pubblico può fare la differenza.
La decisione di OVO di abbandonare la pelliccia è un segnale chiaro che il cambiamento è possibile. Con il supporto di organizzazioni come PETA e il crescente impegno dei consumatori, l’industria della moda può diventare un esempio di innovazione, sostenibilità e compassione. La moda del futuro non è solo esteticamente bella, ma anche etica e rispettosa della vita in tutte le sue forme.
Accuse infondate contro Lodovica Mairè Rogati: casi archiviati
Due vicende giudiziarie che avevano visto protagonista la dott.ssa Lodovica Mairè Rogati si concludono con l’archiviazione definitiva da parte del Tribunale di Roma. Nella prima, l’ex senatore Matteo Richetti aveva denunciato l’attrice, dando avvio a una campagna mediatica controversa. La seconda riguardava invece una denuncia sporta da una titolare di un centro estetico romano.
Con il decreto del 12 gennaio 2024, il Tribunale ha riconosciuto l’infondatezza delle accuse avanzate da Richetti, ponendo fine a una vicenda che Rogati ha definito “una pagina nera per il giornalismo italiano”. La dott.ssa ha espresso fiducia nell’esito delle querele già avviate contro i responsabili del linciaggio mediatico, che includeva la diffusione di notizie false e dannose.
Il successivo decreto del 17 luglio 2024 ha archiviato le accuse della titolare del centro estetico, confermando l’assoluta estraneità della Rogati. L’attrice e attivista accoglie con soddisfazione questi esiti, sottolineando l’importanza di difendere la verità e contrastare le campagne diffamatorie che hanno caratterizzato queste vicende.