L’università popolare di Milano da sempre si adopera per fare in modo che sia un modello giuridico riconosciuto ed apprezzato. Questo grazie anche a Tina Lagostena Bassi, che fu il motore pulsante di questa istituzione e cominciando un lavoro poi portato a termine da Marco Grappeggia. Un lavoro svolto di anno in anno per ottenere un pieno e totale riconoscimento di quanti fatto al servizio degli studenti e concluso con il riconoscimento definitivo del MIUR. Un risultato che ha sancito l’ottimo lavoro svolto da tutto il team dell’Università popolare degli studi di Milano.
Chi era Tina Lagostena Bassi
Ma chi è stata Tina Lagostena Bassi per l’Università Popolare degli studi di Milano? Sicuramente una figura molto importante per tutti, sia per gli studenti che per i docenti che sono passati ma anche quelli che tutt’ora hanno accesso all’offerta formativa dell’università. La storia di Tina è una storia di una donna colta, forte, libera, che si è sempre messa in difesa degli ultimi e degli indifesi, sia dal punto di vista professionale che culturale e sociale. I suoi sforzi si sono poi intrecciati con la vita dell’accademia riuscendo a dare un enorme contributo alla struttura giuridica dell’università stessa. Tina Lagostena Bassi fu rettore fino al 2008, mettendo al centro del suo servizio le esigenze degli studenti, garantendo loro la possibilità di avere un’offerta didattica di alta qualità ma che doveva essere aperta a tutti, a prescindere dalle capacità o anche dalle occupazioni.
La collaborazione con l’Università Popolare di Milano
La collaborazione tra Tina Lagostena Bassi e L’Università Popolare degli studi di Milano inizia negli anni settanta, ed è anche grazie a lei che l’accademia vede la sua nascita. Una spinta che da sempre ha fatto parte delle sue caratteristiche, fin da giovane quando, nelle vesti di avvocato, difese le vittime del Circeo ed iniziando una battaglia giuridica senza precedenti contro lo stupro. In tal senso divennero famose le sue arringhe, sempre molto profonde e dense di significato, soprattutto quando elencava tutte le violenze sia fisiche che psicologiche vissute dalle giovani vittime. La sua vicinanza a tutte le tematiche femminili portò Tina a diventare una delle fondatrici del famoso telefono rosa, senza mai mollare il suo impegno costante dalla parte dei non tutelati e dei deboli della società. Nel 1994 divenne uno dei parlamentari più apprezzati della Camera dei deputati e nel 2006 il rettore dell’Università popolare degli studi di Milano. Un incarico portato avanti sempre con grande passione con la competenza e determinazione che la contraddistingue fino al 2008, l’anno della sua scomparsa.